Pillole di Magazine – 5

Il 26 ottobre festeggiamo: Buon Compleanno Ulf!

di Barbara Ferraro, Libreria Il Giardino incartato

Quando ho incontrato per la prima volta Sai fischiare Johanna era il novembre del 2017. Si trattava del primo di una serie di libri che Iperborea dedicava all’infanzia e alla sua letteratura, I miniborei. L’autore, Ulf Stark, del quale quest’anno festeggiamo, assieme all’editore e a tutte le librerie Alir, il compleanno, mi era nuovo, di suo non avevo letto nulla, nemmeno in tedesco, lingua che mi ha consentito di scoprire molti splendidi autori. 

Quel libro sottile e dalla copertina dai colori tenui, fu una di quelle preziose volte in cui al brio del lessico e del tono, alla naturalezza e alla spontaneità del timbro, corrispose una intensità emotiva e drammatica profonda. Ancora oggi lo ricordo come uno degli incontri più intensi mai avuti con una storia. Storia che è semplice, d’amicizia e d’amore, ma che mette in relazione generazioni, personalità, contingenze in maniera magistrale. Dopo Sai fischiare Johanna, attesi i suoi libri con impazienza ed entusiasmo. Ho subito letto, quindi, Il bambino dei baci, edito nel 2018 e ne scrissi nello stesso anno.

Ah, se fossi in grado di leggere a testa in giù, con il maglione che cade fino al petto lasciando scoperto l’ombelico e i piedi scalzi e scomposti a far da puntello! Potrei leggere Il bambino dei baci per benino, col giusto approccio. A testa in giù, vagheggiando di baci al sapore di fragola o di pasta di uova di merluzzo, di corse sfrenate coi sacchi, di gambe penzoloni sul pontile.

Il bambino dei baci è Ulf; vorrebbe tanto baciare la bambina più bella, Katarina, ma mancando di pratica decide di esercitarsi prima, per non far brutta figura, e quindi chiede aiuto a Berit, meglio e splendidamente detta Armata Rossa per i suoi capelli rossi e per la tendenza a metter tutti al tappeto, che volentieri e di rimando sbaciucchia. Tra un bacio e l’altro, Ulf scopre che Berit è una bambina simpatica e intelligente, che è uno spasso stare assieme a lei e che una volta scoperto quanto sia straordinaria, Katarina perde di colpo tutto il suo fascino. Tzè.

Che meraviglia la semplicità dei bambini che si incontrano tra queste pagine, che spiano i didietro delle signore nudiste in spiaggia, che masticano fili d’erba per mascherare l’imbarazzo, che nella stessa frase, nella stessa pagina, per ben due volte, sono capaci di essere sprezzanti e premurosi, mostrandosi esattamente per quello che sono.

“È che mi chiedevo una cosa. Com’è baciarsi?”
“Fa un pochino di solletico”, rispose lui dopo un po’. “Adesso però chiudi il becco.”
“Solo un’altra domanda”, dissi. “Di cosa sa?”
“Di gelato alla fragola”, rispose. “Ma ti avverto: ancora una parola e ti do un morso dell’asino che vedi!”

Uno stile immediato che va a braccetto col lessico e si muove con brio, danza di un ballo che immagino salterino, con ballerini dagli occhi ridenti che sono puntini, fessure, limpidi. Che schiacciano mosche e tafani prima di andare a nanna.

Oppure danzano sulle note di uno dei consigli musicali in coda al libro. Chissà se rispondono al gusto di Ulf Stark o del suo alter ego Ulf. Io per un bacio alla fragola sceglierei Love me tender.

Mentre invece Cheek to Cheek è la canzone che porta un altro protagonista alle prese con la profonda complessità dell’amore, quello che per la prima volta entra nel cuore di un bambino o quello di un figlio nei confronti di un padre lontano, e fa da sottofondo a una vita di impicci quotidiani e quotidiani accidenti, oltre che ai battiti sorprendenti dei sentimenti inesplorati. È quella di Fred, che sperimenta il contrasto a volte amaro, a volte tenerissimo, tra la solitudine e l’allegria. Piccolo libro sull’amore è uscito nel 2020 tra i Miniborei e ha il profumo del Natale.

Seguendo lo stesso profumo, si arriva a Natale nel grande bosco, uscito nel 2018 per Il Gioco di Leggere edizioni. Nella sua fattoria ormai non vive più nessuno da cinquant’anni, ma Borbotto (il cui nome non tradisce nulla più di quanto significhi) il Tomte continua a prendersene cura ogni giorno, ripetendo i gesti tipici degli gnomi guardiani. Che il tempo continui a scorrere senza intoppi è importante. E questo nuovo tempo del Tomte Borbotto inizia qui, nell’oggi che è il primo dicembre, nel momento in cui dà la carica all’orologio, come ogni giorno della sua esistenza. Perché, mentre è in piedi sulla scala, percepisce un ronzio, che è un grido d’aiuto. Borbotto accorre e brontolando libera un bombo dalla ragnatela in cui era finito imprigionato.

– E così dovrò occuparmi pure di te, non posso mica lasciarti qui a morire di freddo a Natale – brontola Borbotto. Poi dà un’occhiata all’orologio.
– E come se non bastasse mi fai pure arrivare in ritardo!
– In ritardo per cosa?
– Per accendere la candela, no?

La prima candela dell’Avvento si accende sempre il primo giorno di dicembre, qualsiasi giorno della settimana sia e anche se un bombo entusiasta e allegro si intromette nelle faccende quotidiane di un Tomte abitudinario.

Un incontro inatteso è il primo passo verso un Natale diverso dal solito. Il secondo è un colpo di vento, che si porta via nel bosco il cappello rosso e i guanti che Borbotto aveva steso ad asciugare. Si adagiano tra le foglie, ai piedi degli alberi, giusto nei pressi della tana dei conigli, nel tronco cavo della quercia, dove Conni e Nillo stanno giocando. Li trovano assieme all’insegna che un tempo recitava: “Fattoria con Tomte – In affitto per il periodo natalizio”. L’insegna ora sbiadita e rosicchiata e si leggeva soltanto: “Tomte in A per il periodo natalizio”. Un vero rebus per i conigli.

Questi tre oggetti sono il punto di contatto tra due storie parallele, quella del Tomte e quella della famiglia dei conigli, che si svolgono a pochi metri di distanza l’una dall’altra ma in contesti del tutto differenti. Mai il Tomte potrebbe tollerare gli schiamazzi e le frivolezze dei conigli! E che noia sarebbe la calma silenziosa delle stanze del Tomte.

Ma c’è dell’altro che accomuna queste due semplici storie quotidiane: l’atmosfera calda e morbida che nonostante il freddo si respira tra le pagine, e l’attesa. Calma e rituale per il Tomte e il bombo, briosa e saltellante per la famiglia di conigli. Un’attesa dolce, un mistero, quello della scritta sul cartello, da risolvere, un testo semplice e diretto che è una danza profumata di cannella – come le tante girandole alla cannella che mangiano volentieri Ulf e i bambini protagonisti nei romanzi di Stark.

Il testo di Ulf Stark (1944-2017), uno dei più importanti scrittori svedesi per l’infanzia, è molto corposo, si presta a letture lente. Composto da 25 quadri narrativi è la lettura perfetta per aspettare il Natale. Nel frattempo è perfetto anche scoprire uno a uno i testi nel catalogo Iperborea, diciassette titoli disponibili a oggi: è appena uscito Diventerò una star, sempre con traduzione di Laura Cangemi. 

Il 26 ottobre i librai soci ALIR vi aspettano per appuntamenti, letture, proposte e vetrine dedicate al primo “ULF STARK DAY”.